domenica 4 maggio 2008

Primo maggio tra cinesi e inganni

Primo maggio. Festa. Paola Turci pronta a scatenarsi sul palco. La città non conta, metticela tu, ma fa che sia in Umbria.
Piazza centrale, un gruppo di cinesi visibilmente spaesati si interroga e non capisce.
Forse non colgono il senso della festa, del bisogno di santificare l'homo faber, il genio operaio dell'uomo.
In Cina l'essere umano cessa di essere uomo e diventa un numero, anzi una frazione: 1/1.313.973.713. Cioè un pezzetto minuscolo di popolazione, un frammento di forza lavoro.
Ma soprattutto non capiscono cosa ci faccia tanta gente vivace riunita in una piazza senza carri armati attorno.

Lungo il corso di questa città qualsiasi qualcuno approfitta della festa per allestire un grande inganno e nascondere, dietro il simpatico doppio senso di Dite Cheese, l'infausta attività di trinciamaiali.
Esposti nei banconi, all'ombra di rassicuranti formaggi e piadine, brulicano prosciutti e bresaole, maritate allo stracchino e alla rucola.
Uno stand che è una ferita alla dignità dell'uomo nella festa che la celebra, un inganno vegetariano che diventa una realtà tuttomangiariana.
I maiali sono intelligenti, sono come le persone: puzzano, suonano il pianoforte e nella Fattoria degli animali hanno costruito una società più bastarda della nostra.
Se il maiale potesse parlare direbbe: dell'uomo non si butta niente.

Pro: per quanto Paola Turci possa cantare, guardando i maiali morti capisci che non stai poi così male.
Contro: prima o poi Paola Turci smette di cantare, ma il maiale non smette di essere morto.

Dite Cheese: ogni volta che vi farete una foto possa funestarvi l'anima di un suino.

Parola di Agente Mangiariano

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