Abbiamo visto che ci sono varie soluzioni per essere vegetariano senza rinunciare alla carne: l'importante è aborrire il principio per cui l'esistenza di un animale si giustifichi unicamente nella sua funzione di cibo. Ogni essere vivente ha diritto ad una vita sincera, ad inseguire delle aspirazioni e non ad esistere unicamente come riserva di cibo per qualcun altro, e tantomeno a dover patire le tragiche condizioni di vita degli allevamenti intensivi. Questo lo sanno bene i supermangiariani, che non sfiorano carni, ma lo sanno altrettanto bene anche i mannaggiariani.
I mannaggiariani sono per lo più cacciatori e pescatori o loro parenti, o almeno clienti. Un mannaggiariano rifiuta gli allevamenti, perché rifiuta di mangiare esseri viventi concepiti come cibo e si accontenta di mangiare quegli animali che, prima di incontrare un fucile o un amo da pesca, vivevano sereni e felici nel loro habitat ma che un giorno gli ha detto una bella sfortuna e mannaggia, sono morti.
Grazie alla filosofia mannaggiariana si torna a dare dignità all'animale che non viene più concepito come sacchetto di cibo, bensì come una creatura la cui vita si giustifica in quanto essere vivente con un'esistenza, un habitat ed una funzione propria nella biosfera.
E come tutte le creature della biosfera, ad un certo punto gli può dire male.
Pro: salute, etica, ambiente.
Contro: la caccia è pericolosa, la pesca noiosa, il bosco è pieno di vipere.
Mannaggiariano: a tutti dice merda prima o poi, perché piangere sul latte versato?
Parola di Agente Mangiariano
lunedì 21 aprile 2008
Un quasi-vegetariano: il mannaggiariano
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